Carrettiere fin dall’inizio del ‘900, nel 1935 Checco Porcelli rileva l’Osteria del Burino, tipica frasca romana in via Benedetta 13. Nasce Checco Er Carettiere. Il vino era quello dei Castelli cantato (e bevuto) da Trilussa e si misurava ancora a barzilai, tubbi, fojette, mezze fojette, sottovoci e sciacquadenti. La cucina, romana doc, era curata dall’energetica Diomira, moglie del titolare.Sono gli anni della Dolce Vita: attori, registri e produttori fanno democraticamente la fila mescolandosi al popolo di Trastevere. Nel 1961 il figlio Filippo prende le redini dell’osteria che sette anni dopo si trasferisce nei più capaci locali di un’ex segheria, al numero civico 10.
Oggi i nipoti del Carrettiere continuano la loro cucina del territorio, semplice e orgogliosa, a base di pesce freschissimo, ingredienti scelti e ricette antiche. La nouvelle cuisine potete scordarvela: porzioni omeopatiche e isterie estetiche qui non hanno cittadinanza. Qui si mangia sul serio!