La “tradizione” ogni giorno mi perseguita e, allo stesso tempo, mi da la forza per non mollare.
Io non “mollo” sopratutto perchè non so fare altro, ed il mio carattere “romano e cocciuto” non me lo permette. Sono un’inguaribile sentimentale e a volte i profumi di una giornata di Maggio mi portano a far viaggi sensoriali, che aumentano la mia determinazione. Tuttavia la cosa che mi avvilisce è l’appiattimento dell’offerta, a discapito della “Qualità”. Roma è una delle più belle città del mondo, unica, e “deve smetterla” di vivere con il suo “narcisismo ed egocentrismo”, si deve riappropriare della sua grande bellezza, a servizio di chi la vive tutti i giorni e la rispetta, senza speculazioni.
“Quando si ama si soffre”: questo messaggio ci viene trasmesso in maniera trasversale da una cultura che non ha niente a che vedere con la vera fisiologia dell’amore. L’amore per tutto quello che si fa, ancor meglio l’amore “universale”, è l’unico mezzo che abbiamo noi persone per vivere con un minimo di soddisfazione, e con un po di felicità.
Per me non “mollare”, significa “rispettare” la memoria di quelli che hanno iniziato a scrivere la mia storia.
Per me non “mollare”, vuol dire “resistere” alle mode speculative.
Per me non “mollare” vuol dire “amare” quello che tutti i giorni si fa.
Infine non “mollare” significa svegliarsi ogni mattina e sapere che tutti i giorni mi arricchisco di una nuova esperienza.